QUEL PESTICIDA DI MISTER PARKINSON E LA LEGGE DI GRAVITA'
Carissimi
amici,
il mio
Blog ritorna a vivere perché devo adeguarmi anch’io alla modernità, che ha
deciso che solo chi lavora nel settore informatico sopravvive ai malanni, alle intemperie, ai fallimenti professionali
salvati dalla politica via Internet, e - nel mio caso - alle carognate sempre
più frequenti di Mister Parkinson, di cui,
proprio grazie ad Internet, sono finalmente riuscito a conoscere le
origini. Pare che la colpa sia tutta di un pesticida: proprio così! Lo testimonia
la rivista medica dell’American Accademy of Neurology, secondo cui, la relazione fra pesticidi e Parkinson è talmente forte che in alcuni
paesi l’incidenza della malattia dipenderebbe dal tipo di agricoltura che vi si
pratica. Dunque il mio malanno discenderebbe dal cavolfiore, che è da sempre
l’ortaggio più coltivato nelle campagne di Sassari, la mia città, i cui
abitanti, compreso il sottoscritto, vengono chiamati da sempre “Sassaresi
magnacaura” (sassaresi mangia cavoli). E’ bello sapere che anche le Accademy
americane abbiano deciso di occuparsi dei
cavoli nostri, sia pure macchiandoli di peste!
( Per avere una conferma cliccate sul messaggio più sotto)
http://gaianews.it/salute/confermata-forte-correlazione-fra-pesticidi-e-parkinson-40933.html#.UadYLZ1H4bh
Mrs Parkinson e il mio
nuovo Neurologo
Ma non era solo di questo che io volevo
parlare agli amici, nel riaprire il mio
Blog.
La notizia vera è che ho cambiato il
neurologo e che adesso il mio misterioso Mister Parkinson viene
indagato da uno specialista molto speciale. Intendiamoci: il mio vecchio
doctor anti Parkinson è un ottimo neurologo anche lui, meticoloso e capace, sia
pure generalista. Tuttavia, circa tre mesi fa mi son lasciato convincere da
alcuni amici parkinsoniani a farmi dare un’occhiatina da un altro specialista particolare:
giovanissimo, tedesco di nascita e
italo-sardo per sua scelta, che opera in una struttura pubblica e combatte
esclusivamente (o quasi) il morbo di Parkinson; inoltre, è sposato ed ha due figli
molto piccoli e appassionati di fiabe. Perciò, quando ha scoperto che io
trascorro la mia vecchiaia a scrivere libri per bambini, si è entusiasmato.
Così, al secondo appuntamento, gli ho portato i miei “Il Buio fifone” e “La Fortuna sfortunata”, editi
da Nuove Edizioni Romane (lo dico perché sono grato a questa coraggiosa casa
editrice che ha valorizzato il mio lavoro) e scritti da me in collaborazione e
con supporto psicologico di mia moglie Iole Sotgiu, che conosce bene i bambini
difficili e sa come trattarli. Così, al terzo appuntamento, mentre analizzava con
occhio clinico i miei passetti pesanti e il pacato tremolio del mio braccio
destro, mi ha raccontato che ogni notte è “costretto” a leggere a voce alta la mia storia del Lettino
piscialetto e del Buio che aveva paura di se stesso. Non so ancora spiegare il
perché, ma la mia fiducia nel futuro è decisamente migliorata
A questo punto dovrei rivelare il nome del
mio nuovo specialista, ma preferisco non farlo pubblicamente per ragioni di
discrezionalità e di privacy, come ho già fatto per il mio precedente
neurologo. Perciò, chi vuole conoscere il mio nuovo medico, potrà scrivere
direttamente al mio Blog, oppure al mio Facebook o alla mia E-mail: ennafranco@yahoo.it
Ma adesso cambiamo completamente argomento e
parliamo invece di Leggi fisiche e di Gravitazione universale. Perché? Perché
mi diverte e mi fa sentire meglio.
E’ accaduto, infatti, che nel ricercare tra le
mie carte un vecchio copione teatrale, mi è capitato di trovare un vecchissimo pezzo
di cronaca, datato addirittura 1971,
in piena bagarre sessantottesca, destinato al quotidiano
“La Nuova Sardegna ”,
in cui mi divertivo anch’io, come tanti, a prendere per i fondelli certi
eccessi “ideologici” di gran moda in quei tempi, proprio quando Giovanni Leone
prendeva il posto di Saragat e Giulio Andreotti si allenava impunemente a
scalare Montecitorio.
Il mio articolo faceva
riferimento ad una clamorosa e vera notizia giornalistica su un sindaco
brasiliano un po’ “loco”, che pretendeva esplicitamente l’abrogazione della “Legge
di Gravità”, perché gli impediva di far arrivare al suo “pueblo”, situato sulla
cima di un’alta collina, l’acqua di una grossa cisterna costruita su una
sorgente ai piedi della stessa collina . Il mio pezzo s’intitolava:
Basta con la
Legge di Gravità!
“Era tempo che qualcuno trovasse finalmente il coraggio di
levare la sua voce contro l’iniqua Legge di Gravità, che tarpa le ali
all’umanità e tende ad inchiodare alla terra le classi lavoratrici, impedendo
loro di elevarsi a più giuste condizioni di vita.
Il merito della
clamorosa protesta va attribuita al signor Minervo Pimmentel, sindaco di
Palmaira Dos Indios (Brasile), il quale ha proposto al suo Consiglio comunale
di far revocare la Legge
di Gravità, che gl’impedisce di approvvigionare i quartieri alti della sua
città. E’ tempo che l’opinione pubblica mondiale si renda conto dell’inumanità
d’una legge (vecchia, si badi bene, di tre secoli) che impedisce il normale approvvigionamento
idrico della parte più alta di un’intera città.
In un interevento
su un giornale locale, lo stesso capo dell’opposizione della Giunta Palmeira ha
ammesso di non sapere nemmeno lui se questa Legge sia statale o municipale,
esprimendo alcuni dubbi sulla concreta possibilità di una sua abrogazione.
Ebbene, noi siamo in
grado di fornire all’opposizione tutte le delucidazioni necessarie.
La legge in questione – nota anche come “Legge Newton”- risale alla fine del
1600, ed è di chiara marca anglosassone e quindi nettamente classista e colonialista.
Il fisico Isaac Newton, infatti, la mise a punto rifacendosi alle idee
demagogiche d’un astronomo dilettante pisano, un certo Galileo Galilei, di
professione oculista e titolare di una piccola fabbrica di orologi a pendolo.
Costui, approfittando della “Caduta dei
Gravi” (un altro oscuro episodio della nostra Storia, non ancora
sufficientemente chiarito), insinuò la teoria secondo cui tutti i corpi, e
quindi anche gli uomini, subiscono l’inesorabile attrazione della terra.
Partendo da questo presupposto nebuloso, al Newton non fu difficile formulare e
far approvare la sua famigerata Legge, che legò per sempre alla terra incolta
le classi lavoratrici meno abbienti, rendendo più facile ai borghesi come lui
il recupero delle mele cadute liberamente dagli alberi dei loro frutteti.
La legge in
questione fu subito sfruttata dal governo inglese, che mezzo secolo più tardi
poté dare l’avvio alla sua politica industriale e colonialista. Naturalmente,
l’importanza di tale legge non sfuggì ai detentori del potere assolutistico
delle altre potenze europee, che la misero in atto spietatamente.
In questa lotta
senza quartiere, inoltre, non bisogna sottovalutare la forza della reazione
clericale, saldamente abbarbicata alla gravità. Esse, infatti, nell’eventualità
di una abrogazione della legge in questione, potrebbero perdere il diritto
all’esclusiva di certe “Ascensioni” miracolose, avvenute tra l’altro prima che
la legge Newton entrasse in vigore.
Ma l’opposizione
alla legge in questione è solo un primo passo verso la definitiva eliminazione
di altre leggi consimili, le quali, dietro il paravento della Fisica, nascondono strumenti di
sopraffazione politica. Intendiamo riferirci in particolare all’assurda Legge
Lavoisier: “In natura nulla si crea e
nulla si distrugge”, chiaramente
immobilistica e anti progressista; e all’ancora più stramba Legge Keplero: “Il quadrato del periodo
di rivoluzione dei pianeti è proporzionale al cubo della sua distanza media”,. volutamente oscura per confondere le idee alle
masse proletarie, le quali potranno sempre rispondere che i loro quadrati rivoluzionari non sono affatto proporzionali ai cubi di
nessun e tantomeno a quelli delle distanze medie. Ma soprattutto la nostra
opposizione dovrà essere rivolta all’altra, ancora più famigerata legge Newton
(sempre lui!): La cosiddetta”Legge di
Gravitazione universale”, al cui
articolo 2 sta scritto testualmente: “Ad
ogni azione (rivoluzionaria) corrisponde un
reazione uguale e contraria”. Inutile dire che ci troviamo di fronte
alla più sfacciata e scandalosa giustificazione giuridica della reazione
padronale. La cosa, ovviamene si commenta da sola.
Ma ora diciamo
basta! E’ il momento di spezzare definitivamente i legami con il passato e di
eliminare una volta per tutte queste anacronistiche leggi intrise di ottuso
fatalismo. Se vogliamo essere veramente liberi, dobbiamo estirpare alla radice
tutto ciò che serve soltanto a rafforzare il monopolio spaziale degli
imperialisti americani e della cricca revisionista dei dirigenti sovietici,
ancora una volta uniti insieme vergognosamente nell’intento d’impedire ai veri
proletari contadini il distacco dalla schiavitù della terra. L’imponderabile
appartiene a tutti perché è patrimonio comune! E non è giusto che soltanto i
loro astronauti possano usufruirne liberamente, esibendo per più, dai
teleschermi, i loro glutei argentati e
senza peso, con sfacciata ostentazione”.