sabato 10 marzo 2012

MISTER PARKINSON E IL METODO SIMONIDE

Sassari, 9 marzo 2012

MISTER PARKINSON E IL METODO SIMONIDE

Mi ero ripromesso di lasciar perdere per sempre il mio Blog e di sbatterlo in cantina, perché volevo confrontarmi da solo con Mister Parkinson il Tremulo, e per oltre tre mesi ho mantenuto con determinazione il mio proposito. Ero stufo di nascondere a me stesso, col  gioco d’una facile ironia, un malanno subdolo e persistente, che mette ogni giorno di più in discussione il tuo modo di muoverti e di confrontarti con la tua vecchia visione del mondo, tutto sommato ancora ottimistica, ma sempre più tremebonda e senile.
Ho avuto qualche ripensamento soltanto dopo aver dato recentemente un’occhiata al mio Blog e aver scoperto che nell’ultimo mese ci sono stati ben 144 visitatori italiani, 74 svedesi, 20 tedeschi, 17 statunitensi, 15 sloveni (e vai Slovenia!), 3 svizzeri, 3 inglesi, 2 russi e persino un lèttone.
Ma soprattutto ha contribuito all’idea del ritorno l’ultima visita dal mio neurologo, durante la quale, in un momento di confidente euforia, ho confessato qualche eccesso di smemoratezza nel mio comportamento quotidiano - che però ha sempre fatto parte del mio stile di vita, che da noi si chiama “ivvintiumini” (svampimento) -,. ma lui mi ha preso in parola e mi ha rifilato un mesetto buono di iniezioni quotidiane di Citicolina a chiappe alterne.
Io, però, avrei voluto parlargli del mio sistema mnemonico, che chiamo di  “Simonide di Cleo”, che fu un filosofo greco particolarmente dotato sul piano dell’uso dei propri sensi, al quale accadde un giorno di salvarsi causalmente dal crollo catastrofico di un simposio, dove morirono quasi tutti i suoi allievi che furono letteralmente resi irriconoscibili  dallo schiacciamento del caseggiato. E lui, dopo essersi ripreso dallo shock, si concentrò allora su se stesso e ricostruì mentalmente il caseggiato, piazzando negli spazi giusti e nei sedili, nome per nome, gli allievi, gli amici e tutto il personale che stava partecipando al simposio. Dopo di che, accompagnò uno per uno i  parenti disperati nei punti indicato e a  ciascun corpo martoriato Simonide seppe dare il nome giusto per il seppellimento (Cfr. in proposito il prologo del saggio “L’arte di ricordare tutto” del giornalista scrittore Joshua Foer, Ed Longanesi).
Anch’io avrei voluto rivelare al mio neurologo il mio metodo “spazio-simonideo” di recupero quotidiano della mia Ford Fiesta, dopo averla parcheggiata  in un punto remoto delle strade di ben tre isolati,  attorno ai quali devo quotidianamente fermare la mia macchina, Ma lui aveva ormai deciso per le iniezioni e così fu...  Perciò ora ho deciso di riprendere il mio Blog (ma solo per questa volta) per rivelare ai miei lettori superfedeli, compreso quell’unico Lèttone dell’elenco, il mio metodo di recupero mnemonico, finalizzato soprattutto ad evitare il carro attrezzi per abuso di parcheggio pubblico.
Il mio metodo “Spazio-Simonideo” è relativamente semplice.  In fase di ricerca del parcheggio, evito accuratamente di attraversare strade non comprese nel mio percorso usuale, a costo di rifare il giro tre o quattro volte di seguito, finché qualcuno non sposta la sua auto per cavoli suoi.. Così, al momento del recupero della mia piccola Ford, io mi limito a ripercorrere mentalmente le strade  del mio percorso quotidiano, per stabilire il punto più probabile di ritrovamento. E se all’inizio mi capitava ogni volta di dover fare a piedi il giro dei tre isolati, ora sono in grado di escludere mentalmente gli spazi-parcheggio già utilizzati in precedenza e di puntare direttamente sul percorso più breve. Insomma, ormai riesco a memorizzare direttamente lo spazio parcheggio del giorno, ma anche dei giorni precedenti. Il bello è che, con questo sistema, riesco anche a stabilire dove, come e perché il mio portafogli ha al mattino una certa somma e a sera sia quasi del tutto vuoto.
L’altro ieri, ad esempio, ho scoperto che dei 200 euro rilevati col bancomat al mattino erano rimasti pochi spiccioli. Ricordavo bene di aver effettuato diverse compere nell’arco della giornata, ma i conti non tornavano. Li avevo perduti? Li avevo spesi? Dovevo soltanto verificare col sistema “Spazio-Simonideo”. Perciò ho suddiviso mentalmente i miei percorsi dell’intera giornata, sistemando in ogni lato del quadrilatero del quartiere le spese effettivamente effettuate, a partire dal fast food di mezzogiorno e la pasticceria per la torta del compleanno di Bruno, per poi raggiungere (sempre mentalmente), sull’altro lato del quartiere, il distributore di benzina e, lì vicino, la lavanderia a secco per i giacconi di Stefano; e visto che ormai ero mentalmente in zona Viale Italia, sono passato in farmacia per le fiale di Citochilina e poi al Conad per un portafogli nuovo. Conti alla mano mancavano ancora una trentina di euro, e per ritrovarli ho dovuto uscire dallo schema-quartiere, per aggiungere in  conto una capatina pomeridiana al Conforama con Iole. I conti sono tornati alla perfezione, e i 200 euro si sono volatilizzati  con Simonide e l’arte di ricordare. Bisogna che me lo ricordi in anticipo ogni volta che passo davanti ad un bancomat...
A risentirci presto (o no?)                                                                                     

1 commento:

  1. Bravissimo Franco, anche a me capita di prelevare ed arrivare a sera che non ho un citto...userò il tuo metodo per ricordarmi come ho speso i soldi, vedi però se me ne consigli uno per farmeli durare di più

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