lunedì 3 giugno 2013


QUEL PESTICIDA DI MISTER PARKINSON E LA LEGGE DI GRAVITA'

Carissimi amici,  
il mio Blog ritorna a vivere perché devo adeguarmi anch’io alla modernità, che ha deciso che solo chi lavora nel settore informatico sopravvive ai malanni,  alle intemperie, ai fallimenti professionali salvati dalla politica via Internet, e - nel mio caso - alle carognate sempre più frequenti di Mister Parkinson, di cui,  proprio grazie ad Internet, sono finalmente riuscito a conoscere le origini. Pare che la colpa sia tutta di un pesticida: proprio così! Lo testimonia la rivista medica dell’American Accademy of Neurology, secondo cui, la relazione fra pesticidi e Parkinson è talmente forte che in alcuni paesi l’incidenza della malattia dipenderebbe dal tipo di agricoltura che vi si pratica. Dunque il mio malanno discenderebbe dal cavolfiore, che è da sempre l’ortaggio più coltivato nelle campagne di Sassari, la mia città, i cui abitanti, compreso il sottoscritto, vengono chiamati da sempre “Sassaresi magnacaura” (sassaresi mangia cavoli). E’ bello sapere che anche le Accademy americane abbiano deciso di occuparsi  dei cavoli nostri, sia pure macchiandoli di peste!
            ( Per avere una conferma cliccate sul messaggio più sotto)

http://gaianews.it/salute/confermata-forte-correlazione-fra-pesticidi-e-parkinson-40933.html#.UadYLZ1H4bh

Mrs Parkinson e il mio nuovo Neurologo

   Ma non era solo di questo che io volevo parlare agli amici, nel  riaprire il mio Blog.
   La notizia vera è che ho cambiato il neurologo e che adesso il mio misterioso Mister Parkinson  viene  indagato da uno specialista molto speciale. Intendiamoci: il mio vecchio doctor anti Parkinson è un ottimo neurologo anche lui, meticoloso e capace, sia pure generalista. Tuttavia, circa tre mesi fa mi son lasciato convincere da alcuni amici parkinsoniani a farmi dare un’occhiatina da un altro specialista particolare: giovanissimo,  tedesco di nascita e italo-sardo per sua scelta, che opera in una struttura pubblica e combatte esclusivamente (o quasi) il morbo di Parkinson; inoltre, è sposato ed ha due figli molto piccoli e appassionati di fiabe. Perciò, quando ha scoperto che io trascorro la mia vecchiaia a scrivere libri per bambini, si è entusiasmato. Così, al secondo appuntamento, gli ho portato i miei “Il Buio fifone” e “La Fortuna sfortunata”, editi da Nuove Edizioni Romane (lo dico perché sono grato a questa coraggiosa casa editrice che ha valorizzato il mio lavoro) e scritti da me in collaborazione e con supporto psicologico di mia moglie Iole Sotgiu, che conosce bene i bambini difficili e sa come trattarli. Così, al terzo appuntamento, mentre analizzava con occhio clinico i miei passetti pesanti e il pacato tremolio del mio braccio destro, mi ha raccontato che ogni notte è “costretto” a leggere  a voce alta la mia storia del Lettino piscialetto e del Buio che aveva paura di se stesso. Non so ancora spiegare il perché, ma la mia fiducia nel futuro è decisamente migliorata  
   A questo punto dovrei rivelare il nome del mio nuovo specialista, ma preferisco non farlo pubblicamente per ragioni di discrezionalità e di privacy, come ho già fatto per il mio precedente neurologo. Perciò, chi vuole conoscere il mio nuovo medico, potrà scrivere direttamente al mio Blog, oppure al mio Facebook o alla mia E-mail: ennafranco@yahoo.it
   Ma adesso cambiamo completamente argomento e parliamo invece di Leggi fisiche e di Gravitazione universale. Perché? Perché mi diverte e mi fa sentire meglio.
    E’ accaduto, infatti, che nel ricercare tra le mie carte un vecchio copione teatrale, mi è capitato di trovare un vecchissimo pezzo di cronaca, datato addirittura 1971, in piena bagarre sessantottesca, destinato al quotidiano “La Nuova Sardegna”, in cui mi divertivo anch’io, come tanti, a prendere per i fondelli certi eccessi “ideologici” di gran moda in quei tempi, proprio quando Giovanni Leone prendeva il posto di Saragat e Giulio Andreotti si allenava impunemente a scalare Montecitorio.                         
   Il mio articolo faceva riferimento ad una clamorosa e vera notizia giornalistica su un sindaco brasiliano un po’ “loco”, che pretendeva esplicitamente l’abrogazione della “Legge di Gravità”, perché gli impediva di far arrivare al suo “pueblo”, situato sulla cima di un’alta collina, l’acqua di una grossa cisterna costruita su una sorgente ai piedi della stessa collina . Il mio pezzo s’intitolava:

Basta con la Legge di Gravità!

“Era tempo che qualcuno trovasse finalmente il coraggio di levare la sua voce  contro l’iniqua Legge di Gravità, che tarpa le ali all’umanità e tende ad inchiodare alla terra le classi lavoratrici, impedendo loro di elevarsi a più giuste condizioni di vita.
   Il merito della clamorosa protesta va attribuita al signor Minervo Pimmentel, sindaco di Palmaira Dos Indios (Brasile), il quale ha proposto al suo Consiglio comunale di far revocare la Legge di Gravità, che gl’impedisce di approvvigionare i quartieri alti della sua città. E’ tempo che l’opinione pubblica mondiale si renda conto dell’inumanità d’una legge (vecchia, si badi bene, di tre secoli) che impedisce il normale approvvigionamento idrico della parte più alta di un’intera città. 
   In un interevento su un giornale locale, lo stesso capo dell’opposizione della Giunta Palmeira ha ammesso di non sapere nemmeno lui se questa Legge sia statale o municipale, esprimendo alcuni dubbi sulla concreta possibilità di una sua abrogazione.
  Ebbene, noi siamo in grado di fornire all’opposizione tutte le delucidazioni necessarie.
La legge in questione – nota anche come “Legge Newton”- risale alla fine del 1600, ed è di chiara marca anglosassone e quindi nettamente classista e colonialista. Il fisico Isaac Newton, infatti, la mise a punto rifacendosi alle idee demagogiche d’un astronomo dilettante pisano, un certo Galileo Galilei, di professione oculista e titolare di una piccola fabbrica di orologi a pendolo. Costui, approfittando della “Caduta dei Gravi” (un altro oscuro episodio della nostra Storia, non ancora sufficientemente chiarito), insinuò la teoria secondo cui tutti i corpi, e quindi anche gli uomini, subiscono l’inesorabile attrazione della terra. Partendo da questo presupposto nebuloso, al Newton non fu difficile formulare e far approvare la sua famigerata Legge, che legò per sempre alla terra incolta le classi lavoratrici meno abbienti, rendendo più facile ai borghesi come lui il recupero delle mele cadute liberamente dagli alberi dei loro frutteti.
    La legge in questione fu subito sfruttata dal governo inglese, che mezzo secolo più tardi poté dare l’avvio alla sua politica industriale e colonialista. Naturalmente, l’importanza di tale legge non sfuggì ai detentori del potere assolutistico delle altre potenze europee, che la misero in atto spietatamente.
   In questa lotta senza quartiere, inoltre, non bisogna sottovalutare la forza della reazione clericale, saldamente abbarbicata alla gravità. Esse, infatti, nell’eventualità di una abrogazione della legge in questione, potrebbero perdere il diritto all’esclusiva di certe “Ascensioni” miracolose, avvenute tra l’altro prima che la legge Newton entrasse in vigore.
   Ma l’opposizione alla legge in questione è solo un primo passo verso la definitiva eliminazione di altre leggi consimili, le quali, dietro il paravento  della Fisica, nascondono strumenti di sopraffazione politica. Intendiamo riferirci in particolare all’assurda Legge Lavoisier: “In natura nulla si crea e nulla si distrugge”,  chiaramente immobilistica e anti progressista; e all’ancora più stramba Legge Keplero: “Il quadrato del periodo di rivoluzione dei pianeti è proporzionale al cubo della sua distanza media”,. volutamente oscura per confondere le idee alle masse proletarie, le quali potranno sempre rispondere che i loro quadrati rivoluzionari  non sono affatto proporzionali ai cubi di nessun e tantomeno a quelli delle distanze medie. Ma soprattutto la nostra opposizione dovrà essere rivolta all’altra, ancora più famigerata legge Newton (sempre lui!): La cosiddetta”Legge di Gravitazione  universale”, al cui articolo 2 sta scritto testualmente: “Ad ogni azione (rivoluzionaria) corrisponde un  reazione uguale e contraria”. Inutile dire che ci troviamo di fronte alla più sfacciata e scandalosa giustificazione giuridica della reazione padronale. La cosa, ovviamene si commenta da sola.
   Ma ora diciamo basta! E’ il momento di spezzare definitivamente i legami con il passato e di eliminare una volta per tutte queste anacronistiche leggi intrise di ottuso fatalismo. Se vogliamo essere veramente liberi, dobbiamo estirpare alla radice tutto ciò che serve soltanto a rafforzare il monopolio spaziale degli imperialisti americani e della cricca revisionista dei dirigenti sovietici, ancora una volta uniti insieme vergognosamente nell’intento d’impedire ai veri proletari contadini il distacco dalla schiavitù della terra. L’imponderabile appartiene a tutti perché è patrimonio comune! E non è giusto che soltanto i loro astronauti possano usufruirne liberamente, esibendo per più, dai teleschermi,  i loro glutei argentati e senza peso, con sfacciata ostentazione”.     





Nessun commento:

Posta un commento