lunedì 12 marzo 2012

MRS PARKINSON E IL MANGANESE

Lunedì 12 marzo 2012

MRS PARKINSON, SIMONIDE E IL MANGANESE

Post Scriptum
Sembrerebbe un nonsenso, ma non lo è più di tanto. L’ultimo mio blog sul “Metodo Simonide” avrebbe apparentemente dimenticato il motivo vero per cui il sottoscritto ha ripreso in mano il suo (cioè, il mio) Blog su Mrs Parkinson & C.  Il tema centrale sarebbe dovuto essere il presunto collegamento tra il morboso malanno e il biossido  di manganese, di cui si stanno occupando recentemente Internet e dintorni, con un anticipazione di tecnica mnemonica per non perdere la propria automobile in un parcheggio di quartiere.
Dunque, il tema centrale del mio blog precedente sarebbe dovuta essere una notizia fornitami, come sempre e puntualmente, da mio figlio Mauro.psicologo e maratoneta internettiano, che mi ha trasmesso la notizia del giorno per tutti noi parkinsoniani di ferro... ed ora anche di monossido di manganese. Ecco la notizia che sicuramente molti dei miei lettori affezionati conoscono di già. Proviene dall’inserto informatico del Sole 24 Ore, che dice testualmente:

Scoperto il «nuovo» Parkinson: alla base
un eccesso di manganese

“Un eccesso di manganese nell'organismo alla base di una nuova tipologia di Parkinson: è quanto emerge da uno studio pubblicato su American Journal of Human Genetics dal team di Antonio Federico, direttore dell’Unità operativa complessa Clinica neurologica e malattie neurometaboliche del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e dai ricercatori olandesi dell’Università di Rotterdam. 
La scoperta è stata effettuata esaminando una coppia di fratelli adulti colpiti da parkinsonismo e distonia (difficoltà motoria dovuta ad atteggiamenti posturali involontari): sarebbe una mutazione in una proteina che ha il compito di veicolare il manganese - elemento chimico chiave per il metabolismo - a provocarne la presenza nell'organismo in quantità eccessive. «Il manganese è essenziale per numerosi processi metabolici, ma può diventare tossico in quantità eccessiva - spiega Federico -. Abbiamo evidenziato un eccesso di questa sostanza secondario a una mutazione di una proteina responsabile del suo trasporto». In un secondo momento lo studio ha previsto il coinvolgimento di una famiglia olandese: «Il passo successivo - conclude l'autore dello studio - è stata la messa a punto di una terapia capace di eliminare il manganese in eccesso, determinando un notevole miglioramento della sintomatologia della malattia». 
di m.c. (02/03/2012)
“Il manganese è un oligonutriente per tutte le forme di vita... Il manganese è stato usato fin dalla preistoria: pigmenti a base di diossido di manganese sono stati ritrovati in pitture rupestri di 17.000 anni fa;  il minerale di ferro che usavano gli Spartani per fabbricare le loro armi conteneva una certa quantità di manganese, che si concentrava durante la fusione creando una lega ferro-manganese, che conferiva alle armi spartane la loro leggendaria durezza”
Dunque, riassumiamo...
 I nostri antenati più antichi avevano scoperto i “pigmenti di diossido di manganese”, presumibilmente per rendere più durature le loro pitture rupestri, tanto da conservarne la bellezza fino ai nostri giorni, in attesa di un nuovo Picasso; ma solo molto più tardi gli Spartani, mescolando il ferro con il manganese, riuscirono a fabbricarono delle armi formidabili, che rendevano tremuli gli Ateniesi. Sarà davvero così o è solo un’impressione?
Comunque sia, l’altro passo da compiere è quello di scoprire con quali sostanze il nostro organismo parkinsoniano si sia ricoperto di manganese. Perciò non resta che attingere ancora da Internet per cercare di rilevare quali cibi da noi normalmente usati contengano tanto di quel perossido di manganese capace di metterci nelle mani di Mister Parkinson.
Presto fatto: sempre su  Internet, cliccare la voce “Alimenti che contengono Manganese”, e si scopre che il manganese c’è dappertutto: in particolare:

- nel The istantaneo, in polvere e persino deteinato (oh, cavali!) : 133 mg in 100 g. di alimento
- nello zenzero macinato: 33 mg.
- nei chiodi di garofano: 32 mg.
- dallo zafferano, al pepe, alla menta e al basilico secco (addio pasta al pesto!): dai 28 ai 10 mg.
- e poi. giù già, fino alla frutta secca: noci, mandorle, pinoli, grano duro, riso: fra i 4 ei 3,800 mg.
- E le cozze? Solo 3,4 mg: una miseria, se confrontata allo zenzero, ma quando mai hai mangiato due chili di zenzero?
Insomma, siamo tutti nella M...anganese!
L’unica cosa controversa è che questa sostanza chimica, essenziale in generale per la salute dell’uomo, diventa micidiale se assunta in dosi esagerate,  nel Parkinsonismo. Ma non per tutti. Dunque, scopriamo finalmente che esistono per davvero parecchie forme di Parkisonismo... Ma chi ci dice qual è la forma sconsigliata agli irriducibili consumatori di zenzero?
 .

sabato 10 marzo 2012

MISTER PARKINSON E IL METODO SIMONIDE

Sassari, 9 marzo 2012

MISTER PARKINSON E IL METODO SIMONIDE

Mi ero ripromesso di lasciar perdere per sempre il mio Blog e di sbatterlo in cantina, perché volevo confrontarmi da solo con Mister Parkinson il Tremulo, e per oltre tre mesi ho mantenuto con determinazione il mio proposito. Ero stufo di nascondere a me stesso, col  gioco d’una facile ironia, un malanno subdolo e persistente, che mette ogni giorno di più in discussione il tuo modo di muoverti e di confrontarti con la tua vecchia visione del mondo, tutto sommato ancora ottimistica, ma sempre più tremebonda e senile.
Ho avuto qualche ripensamento soltanto dopo aver dato recentemente un’occhiata al mio Blog e aver scoperto che nell’ultimo mese ci sono stati ben 144 visitatori italiani, 74 svedesi, 20 tedeschi, 17 statunitensi, 15 sloveni (e vai Slovenia!), 3 svizzeri, 3 inglesi, 2 russi e persino un lèttone.
Ma soprattutto ha contribuito all’idea del ritorno l’ultima visita dal mio neurologo, durante la quale, in un momento di confidente euforia, ho confessato qualche eccesso di smemoratezza nel mio comportamento quotidiano - che però ha sempre fatto parte del mio stile di vita, che da noi si chiama “ivvintiumini” (svampimento) -,. ma lui mi ha preso in parola e mi ha rifilato un mesetto buono di iniezioni quotidiane di Citicolina a chiappe alterne.
Io, però, avrei voluto parlargli del mio sistema mnemonico, che chiamo di  “Simonide di Cleo”, che fu un filosofo greco particolarmente dotato sul piano dell’uso dei propri sensi, al quale accadde un giorno di salvarsi causalmente dal crollo catastrofico di un simposio, dove morirono quasi tutti i suoi allievi che furono letteralmente resi irriconoscibili  dallo schiacciamento del caseggiato. E lui, dopo essersi ripreso dallo shock, si concentrò allora su se stesso e ricostruì mentalmente il caseggiato, piazzando negli spazi giusti e nei sedili, nome per nome, gli allievi, gli amici e tutto il personale che stava partecipando al simposio. Dopo di che, accompagnò uno per uno i  parenti disperati nei punti indicato e a  ciascun corpo martoriato Simonide seppe dare il nome giusto per il seppellimento (Cfr. in proposito il prologo del saggio “L’arte di ricordare tutto” del giornalista scrittore Joshua Foer, Ed Longanesi).
Anch’io avrei voluto rivelare al mio neurologo il mio metodo “spazio-simonideo” di recupero quotidiano della mia Ford Fiesta, dopo averla parcheggiata  in un punto remoto delle strade di ben tre isolati,  attorno ai quali devo quotidianamente fermare la mia macchina, Ma lui aveva ormai deciso per le iniezioni e così fu...  Perciò ora ho deciso di riprendere il mio Blog (ma solo per questa volta) per rivelare ai miei lettori superfedeli, compreso quell’unico Lèttone dell’elenco, il mio metodo di recupero mnemonico, finalizzato soprattutto ad evitare il carro attrezzi per abuso di parcheggio pubblico.
Il mio metodo “Spazio-Simonideo” è relativamente semplice.  In fase di ricerca del parcheggio, evito accuratamente di attraversare strade non comprese nel mio percorso usuale, a costo di rifare il giro tre o quattro volte di seguito, finché qualcuno non sposta la sua auto per cavoli suoi.. Così, al momento del recupero della mia piccola Ford, io mi limito a ripercorrere mentalmente le strade  del mio percorso quotidiano, per stabilire il punto più probabile di ritrovamento. E se all’inizio mi capitava ogni volta di dover fare a piedi il giro dei tre isolati, ora sono in grado di escludere mentalmente gli spazi-parcheggio già utilizzati in precedenza e di puntare direttamente sul percorso più breve. Insomma, ormai riesco a memorizzare direttamente lo spazio parcheggio del giorno, ma anche dei giorni precedenti. Il bello è che, con questo sistema, riesco anche a stabilire dove, come e perché il mio portafogli ha al mattino una certa somma e a sera sia quasi del tutto vuoto.
L’altro ieri, ad esempio, ho scoperto che dei 200 euro rilevati col bancomat al mattino erano rimasti pochi spiccioli. Ricordavo bene di aver effettuato diverse compere nell’arco della giornata, ma i conti non tornavano. Li avevo perduti? Li avevo spesi? Dovevo soltanto verificare col sistema “Spazio-Simonideo”. Perciò ho suddiviso mentalmente i miei percorsi dell’intera giornata, sistemando in ogni lato del quadrilatero del quartiere le spese effettivamente effettuate, a partire dal fast food di mezzogiorno e la pasticceria per la torta del compleanno di Bruno, per poi raggiungere (sempre mentalmente), sull’altro lato del quartiere, il distributore di benzina e, lì vicino, la lavanderia a secco per i giacconi di Stefano; e visto che ormai ero mentalmente in zona Viale Italia, sono passato in farmacia per le fiale di Citochilina e poi al Conad per un portafogli nuovo. Conti alla mano mancavano ancora una trentina di euro, e per ritrovarli ho dovuto uscire dallo schema-quartiere, per aggiungere in  conto una capatina pomeridiana al Conforama con Iole. I conti sono tornati alla perfezione, e i 200 euro si sono volatilizzati  con Simonide e l’arte di ricordare. Bisogna che me lo ricordi in anticipo ogni volta che passo davanti ad un bancomat...
A risentirci presto (o no?)