martedì 11 ottobre 2011

Mr. PARKIN-SON-IO E IL BLOG SPIONE

11 ottobre 2011
Mr PARKIN-SON-IO e  Il BLOG SPIONE
Cari amici, sono molto preoccupato. Ma sia chiaro che qui lo dico e qui lo nego. Anzi, In realtà non me ne frega niente... Non so bene, ad esempio, se la cosiddetta “Legge Bavaglio”, una volta approvata da Mediaset e da Bossi, provvederà a “registrare” anche il mio Blog, impedendomi per legge di intercettare le telefonate dei miei 32 lettori (o sono 33? nel dubbio, spengo il mio cellulare), soprattutto di qualche vecchio gnocco che concupisce la moglie del vicino di sito. Perciò io dichiaro solennemente che non userò questo Blog per ascoltare le lussuriose conversazioni di Palazzo Chigi con qualche mia lettrice bipartisan, per  il semplice motivo che non so come katz si fa. E se lo faccio giuro che non lo rivelerò a nessuno. Ovviamente dopo che quel pirata informatico di mio figlio Mauro mi avrà insegnato a colloquiare tramite Skype anche con la mia nipote americana Grazia Huges, che a me, dall’analisi di alcuni documenti di famiglia, regolarmente sottratti all’Anagrafe e ad una telefonata anonima di sua sorella Stefania,  risulta che si chiama Enna come me; ma suo marito Ralph potrebbe aver opposto il segreto di stato della Casa Bianca, che negli ultimi tempi appare un po’ troppo “abbronzata” e non è nemmeno texana. Insomma, un casino che non vi dico! Ma sarà davvero così importante? Nel dubbio mi pento e chiedo scusa a prescindere...  
Tuttavia dentro di me rimane una domanda: anzi due o tre, che qui le dico e qui le nego. Domande che io oserò porre a chi di dovere, con l’avvertenza che ciò che sto per chiedere non l’ho chiesto io, ma potrebbe essere stata proposto a mia insaputa dalle mie nuore, Sabrina e Claudia , entrambe in felice attesa ormai imminente (uno maschio e l’altra femmina: figuratevi se mi preoccupo dei tremori di Tremonti), nonché nostre vicine di casa, che hanno il computer  sintonizzato col mio router supertecnologico. La domanda è: ma questo mio Blog è un “sito amatoriale”, nel senso di esente dalla galera per il sottoscritto e per le  mie nuore vicine di casa,  oppure una “testata on line registrata” con sole 48 ore di tempo per chiedere scusa prima di sbattermi in galera, come un comune giornalista spione? Nel dubbio, io rettifico e chiedo scusa alla Telecom in sole 24 ore, ma anche in Repubblica e  Nuova Sardegna.

A questo punto però, penso che sia opportuno passare oltre i meandri oscuri e sempre più barbari, nonché idioti, della nostra politica e parlare d’altro. Per esempio di Medicina, quella con la “M” maiuscola, che non si pone problemi di “privaci” e di leggi contro le intercettazioni . Sono  in grado di farlo perché posso ora vantarmi di aver avuto recentemente il privilegio di conoscere e di usufruire personalmente, insieme a Iole,  delle particolarissime doti di  un paio di superchirurghi “autoctoni” - nel senso che sono  entrambi operativi sul nostro territorio (a Sassari e Alghero) -  i quali, nel giro di poche settimane, ci hanno rimesso in sesto da alcuni grossi guai fisici dovuti all’età non più giovane, consentendoci così di affrontare il nuovo decennio con una certa tranquillità. Almeno è quanto ci auguriamo.
Il mio chirurgo salvatore si occupa di pròstate e di papillomi, che lui conosce ormai a memoria da tempo piuttosto lontano: per la precisione dal 1982, quando partecipò per la prima volta, da giovanissimo osservatore specializzando, alla mia prima operazione (mia nel senso che stavano operando proprio me); infatti, è stato lui stesso a scoprire il suo nome nella relazione ufficiale di quel mio lontano intervento, che in quasi trent’anni avevo creduto di poter dimenticare, ma mi sbagliavo. Fortuna ha voluto che lo specializzando in questione sia diventato primario di Urologia ad Alghero, la bellissima città catalana (chiamata anche “Barceloneta”, la piccola Barcellona), che dista a soli 30 kilometri da Sassari ed ha un mare bellissimo, ottimo fornitore di ricci e di coralli, ma soprattutto adeguatamente attrezzato per la pesca subacquea dei primari sportivi che hanno bisogno di relax assoluto, che è l’unica alternativa alle prostrazioni prostatiche e vescicali.
L’altro primario invece, che è giovanissimo, opera all’ospedale civile di Sassari e si occupa di cardiochirurgia. Nel giro di sei-sette ore ha rimesso a posto l’aorta difettosa di Iole con un’operazione chirurgica da manuale, mettendola così in condizioni di riprendere a vivere la sua esistenza quotidiana in un paio di settimane. Ovviamente, sia io che mia moglie non siamo ancora in grado di partecipare alle prossime Olimpiadi, però abbiamo raggiunto la certezza di poterle guardare con una certa tranquillità.
Perché parlo di questo? Qualcuno dirà che in fondo entrambi i primari hanno fatto bene il loro lavoro, e questo da solo sarebbe un buon motivo per parlarne; l’altra ragione è che, secondo quanto si borbotta in giro, entrambi i chirurghi   (ma soprattutto il più giovane) sarebbero oggetto di attenzioni e di lusinghe da parte di altre cliniche molto meno “provinciali” e più famose delle nostre, affinché vi si trasferiscano al più presto possibile. La cosa in sé non sarebbe del tutto “scorretta”: è normale che anche i medici superdotati subiscano il fascino della “nobiltà” ospedaliera, e prima o poi appare ancora più normale che almeno il  giovane cardiochirurgo alzi le vele per andare altrove (l’altro “sinn’affutti”, se ne frega,  perché è un tipo tosto e ha già capito da un sacco di tempo che ciò che vuole dalla vita ce l’ha già, ad Alghero, e lo dice senza peli sulla lingua). Ma è altrettanto normale che noi pazienti “provinciali” intrecciamo le dita, augurandoci che tutto ciò accada il più tardi possibile. E non per semplice egoismo, ma perché ci risulta che entrambi i primari  stanno addestrando a dovere e con vera attenzione gruppi di giovani medici, i quali hanno avuto l’umiltà di capire che anche il talento può essere trasmesso, ma non di corsa. Ed è gradevole vederli attorniare con discrezione il Maestro, e anche con grande attenzione. Quando anche loro saranno pronti, addio e amici come prima.
A proposito, non ho ancora detto i nomi dei due superchirurghi. Il primario urologo sportivo si chiama Angelo Tedde, mentre il giovanissimo cardiochirurgo si chiama Michele Portoghese... Ma, per piacere, almeno per ora non ditelo a quelli dell’ospedale “Brotzu”di Cagliari e dintorni!

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